Lo so cosa si percepisce da ciò che scrivo e dico: a me Milano non piace.
A dire la verità , non è quello che si definisce una città facile. Per il clima, per i ritmi di vita, l’inquinamento. Perché è grigia, a tratti francamente brutta, caotica e trascurata. Ma ormai vivo qui da otto anni e un po’ è diventata anche la mia città . Anche perché qui, vogliamo dirlo? A differenza di Genova, qualche opportunità in più c’è.
Ho imparato a dire “Sant’Ambrogio” anziché “L’Immacolata” per definire il ponte di dicembre.
Ho imparato ad alternare il mio adorato pandolce genovese con il panettone meneghino (il nostro è più buono, ma fa lo stesso).
A marzo, complice mia mamma in visita che voleva fare la turista, sono pure salita per la prima volta in cima al Duomo per guardare da vicino la Madonnina.
Vado a vedere la fiera degli Oh bej Oh bej per poi poter commentare: “Ah, non è più come una volta”.
Faccio inorridire gli amici genovesi dicendo “Non posso, mi spiace, ho da fare delle robe“.
No, la “e” larga mai, e la cassoeula neppure. Il mio spirito di adattamento ha un limite.
Però, pancia permettendo, voglio andare a vedere la mostra Milano: ritratto in movimento.
Dalle anticipazioni che ho visto, dev’essere molto bella. Anche per gli immigrati come me.
Interessante, la mostra, spero di riuscirci a fare una scappata, prima che chiuda (dico sempre così e poi finisco per dimenticarmene).
Bè io ho parenti in california..e loro dicono è tutto bellissimo qui (liguria) si mangia troppo bene è tutto troppo bello, siete proprio fortunati…. ma poi loro se ne stanno là e vengono qui solo in vacanza….ma tu canti mai ma se ghe pensu?
marchino: anche io faccio spesso così…
Luca: la canto eccome, e se mi capita di ascoltarla, mi commuovo pure. (A proposito qui continuiamo ad attendere il tuo decalogo…)
io lo mandai!
e la rimandai in questo istante
Arrivò or ora. Grazie!