Doveroso resoconto della giornata no-shopping:
– Tre ore all’hammam che non valgono perché erano un regalo di compleanno ancora da utilizzare (uno dei migliori della mia vita btw, grazie di cuore)
– Un paio di pantaloni Zara a 19,90 (non valgono perché sotto i 20 euro, dai, vogliamo scherzare, mica sarà shopping quello);
– Una felpa blu da vera emigrante con mega scritta GENOVA da portare con orgoglio quando mi deciderò a fare footing nelle brume milanesi (non vale perché trattasi di acquisto emozional-affettivo e non gratificante-edonista);
– Un coprispalle grigio acquistato per ben 12 euro, contrattati a 10, in negozietto imprecisato nei caruggi (non vale per ben due motivi: economico, vedi pantaloni di Zara, e oggettivo, perché appena me lo vedrò addosso e risulterà impietoso l’effetto “maggiorata anni 50 che ha preso per sbaglio il golfino della sorellina” passerà al volo alla mia amica Roberta).
Posso dirmi soddisfatta, insomma. Mi assolvo.
Non certo per insufficienza di prove, però!
Dici eh? Però guarda, conoscendo quello che riesco a fare di solito in un sabato pomeriggio a briglia sciolta, mi sono stupita di me stessa!