Qui ci siamo dette quello che le nostre madri hanno fatto e che non vorremmo mai e poi ripetere con i nostri figli. Ne è uscito fuori pure una specie di decalogo, vista la ricchezza dei commenti.
Ora però, per par condicio verso le genitrici, è il momento di ricordare quello che invece abbiamo apprezzato (ecco, magari non sul momento; ma anche con il senno di poi, quando ci siamo trovate nella stessa situazione) e che vorremmo imitare nell’educazione ai nostri figli.
Mia mamma, ad esempio, non ha mai avuto il culto della casa. Niente paranoie su ordine e pulizia maniacali, porte aperte a tutti gli amici, cucina accessibile a tutte le ore. Mi ha trasmesso un senso di libertà e accoglienza che ripeto oggi con i miei amici e vorrei mantenere domani con quelli di Beatrice. Grazie a questa disponibilità , è diventata amica dei miei amici, il che è un modo molto intelligente, credo, di buttare un occhio sulle frequentazioni della figlia senza essere troppo invadente e divertendosi pure.
Poi, non ha mai fatto confronti con gli altri bambini: l’invidia e la competitività sono sentimenti che non le appartengono.
Infine, lavorando, gestendo una casa, una figlia, due gatti e un uomo-califfo abituato a non spostare neppure un bicchiere, mi ha insegnato il multitasking e l’arte del sacrificio con il sorriso sulle labbra. Pure troppo. Anzi, ora che ci penso forse questa andava dalla parte dei difetti, ma fa lo stesso.
E voi? Cosa copiereste dalle vostre mamme, con i vostri figli che avete o che avrete?
Io ho preso da lei l’abilità manuale: smonto e rimonto tutto. Mia madre è anche una persona del tutto priva di vanità, che non ha mai fatto affidamento sulla sua bellezza in alcun momento della vita (era una versione 1.0 molto più carina di me). Da lei ho ereditato anche l’etica del lavoro: fai sempre il meglio che puoi, anche se gli altri non se lo aspettano. Fallo per te.
Giulia, complimenti sinceri a tua mamma. Sono cose grandi (e utili, vedi lo smontare e rimontare…)
Quasi nulla…mia madre è una maniaca della casa, del divano bianco (ma perchè lo compri bianco se hai una figlia?). Mai entrato un amicoin casa mia, men che meno un fidanzato. Al mio matrimonio non conosceva praticamente nessuno.
Forse l’unica cosa che salvo è un po’ di disciplina che mi ha aiutato ad avere quello che lei chiama “senso del dovere”. Vorrei passarlo a mia figlia, magari però con qualche “brava” in più.
Una vera mamma ligure, forse pochi abbracci e pochi gesti affettuosi ma poi sempre presente quando contano i fatti, pochi fronzoli, lei si potrebbe riassumere così “anything is possible” …. dall’alto dei suoi over 70 ci da la paga ancora a tutti la prima ad arrivare e l’ultima ad andare via dal lavoro, senza contare che quando esce da li ha una casa da mettere a posto….giù il cappello
in casa, come moglie madre e massaia, davvero non saprei dire: il suo è un esempio che ho sempre rifiutato. però devo riconoscere che mi ha insegnato la serietà nel lavoro, la professionalità. in cattedra si trasformava e sono contenta di averla potuta vedere in azione. per una serie di combinazioni, infatti, l’ho avuta come insegnante di latino in terza media: ed era davvero brava.
avendo vissuto solo con la mia mamma fin dall’età di 4 anni (forse anche 3), c’è sempre stata molta complicità nel nostro rapporto.
mi piacerebbe insegnare a mio figlio il senso di fiducia che ha sempre saputo infondermi e che mi ha resa indipendente, ma coscienziosa allo stesso tempo.
mi piacerebbe imparare a cucinare come fa lei, che da 4 avanzi del frigo ti tira fuori una cena da gourmet e deliziare la futura bocca da sfamare con pietanzine semplici, ma gustose.
mi piacerebbe insegnare a mio figlio che un buon libro e una bella chiacchierata giocando a domino molto spesso rendono una serata in famiglia + interessante di un’ora trascorsa davanti alla TV.
… e al mio matrimonio, ha rubato l’attenzione dei miei amici cantando “new york, new york” a mò di Liza Minnelli (sì: ha coreografato la canzone): magari riuscissi anche io, un giorno, a strappare un sorriso e un complimento agli amici di mio figlio!
1)il senso dell’umorismo e la capacità di “tarare” cose e persone.
2)l’avermi sempre fatto capire che “anche gli dei usano il pitale”; per questo le sono grata di avermi insegnato a relazionarmi umanamente con tutti (dal Presidente della repubblica all’ultimo diseredato sociale) nello stesso modo; stesso rispetto, stessa gentilezza, stesso modo di pormi.
3) l’avermi insegnato la dignità personale, il riconoscere e sfuggire come la peste la falsità, il cicisbeismo, il “leccalulismo”, lo sgomitamento per emergere.
3) l’avermi insegnato che l’apparenza e l’ostentazione non contano un fico; non basta un vestito firmato per essere dei veri signori (nel senso di “signorilità”, educazione ed eleganza).
4) l’avermi insegnato a sfuggire l’omologazione: dopo i 15 anni fare (frequentare, indossare, dire, bere ecc) certe cose solo perché le fanno (frequentano, indossano ecc) tutti, è sintomo di quello che definiva “esistenza da gregge”, alias appiattimento cerebrale e mancanza di personalità e carattere.
ecco, grazie earwen!
il piacere della lettura: quello sì, mi viene dalla mamma.
1. Mi ha insegnato a fare a maglia, cucire e ricamare
2. Mi ha insegnato la puntualità
3. Ha sempre accettato di farci invitare un sacco di amici a casa, nei sabati pomeriggi che pioveva o che faceva troppo freddo per uscire, oppure per i compleanni. Passavamo i pomeriggi interi a giocare a risiko o a trivial pursuit divertendoci un sacco. Poi ci toccava riordinare, e così nello stesso tempo mi ha pure insegnato a lasciare le cose come le avevo trovate.
4. Mi ha insegnato che spesso le persone che si vantano di essere perfette, non lo sono per niente, e che non ci si deve sentire inferiori a chi sfoggia vestiti di marca o macchine costose, l’importante è come siamo dentro
5. Mi ha insegnato a dattilografare. Molto velocemente. La cosa mi torna molto utile oggi.
6. Mi ha insegnato come si tiene in ordine una casa, come si fa per stirare le camicie, come piegare le lenzuola per poterle metterle sul letto in un attimo, come infilare il copri-piumino nei piumini giganteschi in meno di un attimo, come far da mangiare velocemente e in modo sano. E con tre figli, non sono cose da poco.
7. Mi ha insegnato a tenere la contabilità casalinga regolarmente, a prevedere le spese su tutto il mese, a pagare le fatture prima di ricevere i solleciti. E anche queste non sono cose da poco, soprattutto ora che devo seguire le fatture per la costruzione della casa.
8. Mi ha insegnato a non prendere subito in braccio i bambini appena frignano, a non cedere ai loro capricci, come lavarli e cambiarli, come iniziare lo svezzamento, le ricette della nonna per le pappe. Così quando è nata la mia prima figlia, sapevo già praticamente tutto.
9. Mi ha soprattutto insegnato che è possibile conciliare lavoro e famiglia, basta organizzarsi.
Ho letto con attenzione, ho letto tutti i commenti, ci ho pensato su un po’, mi sono detta scrivo, non scrivo, si scrivo. Non mi viene in mente niente che posso dire di avere appreso da mia madre e la cosa, sinceramente, mi deprime e mi intristisce. Ma è così. Persino cucire, fare orli, attaccare i bottoni e rammendare perfettamente le calze bucate me lo ha insegnato mia nonna, la quale essendo la zia con cui mia madre orfana è cresciuta con me non aveva neanche una goccia di sangue in comune. Mia mamma ha sempre e solo ironizzato su questa mia insolita abilità…
AL di la’ delle cose pratiche che ha provato ad insegnarmi (sono una capra e vabbe’), penso che il messaggio piu’ importante che ho ricevuto da lei sia “io ci sono sempre, per te.” E’ quello che spero di aver trasmesso e continuare a trasmettere ai miei figli.
Direi a fare oggi invece di aspettare domani, che a sua volta ci ha insegnato mia nonna. E poi a fare le cose con passione. Io non condivido il suo modo assoluto di amare: se ti amo è a tutti i costi, indipendentemente da quello che tu fai. Ma scegliere di fare cose con passione, questa è cosa che faccio come lei. [se ne avessi voglia ho scritto un post su “nonna cattiva”]
Mi ha insegnato a tenere fede alla parola data, a prendermi le mie responsabilità, ad amare gli animali e la lettura. E poi devo dire che, a differenza di come sarei io, non è mai stata una di quelle che sbirciava nel diario segreto o origliava le telefonate.
oggi, la mia mamma compie 74 anni: 50 di questi dedicati alla sua famiglia.
Mille auguri e un abbraccio grande alla tua mamma-Leonessa!
Ad essere affettuosa. Anche se oggi non riesco più ad esserlo con lei, sono molto affettuosa con chi mi sta vicino, ecredo serva a farsi sentire amati (mi son mancati gli abbracci di un padre, quindi credo che serva darne tanti).
Ad avere rigore morale.
Parecchie cose, in realtà: che il lavoro non va mai trascurato (quello però mi viene anche da mio padre); che non ci sono lavori “da uomini” e “da donna”; che il valore di una donna non è legato in alcun modo alla sua vita sessuale; che insegnare è un lavoro interessante e divertente (e questo mi ha fatto particolarmente comodo quando in cattedra ci sono finita anch’io); che l’amore è sempre una bella cosa.
Ah, si è anche dimenticata di passarmi qualsiasi tipo di senso di colpa legato al sesso – e anche questo è stato molto comodo!
E poi quando mi ammalavo passava i pomeriggi acanto al letto a leggermi interi romanzi. Ricordo solo Ivanhoe e Orgoglio e Pregiudizio, ma di sicuro ce ne sono stati anche altri.
La mia mamma me la sono potuta godere soltanto per i primi vent’anni della mia vita,(mi ha avuta a 44 anni) comunque mi ha lasciato un bagaglio stracarico di cose belle e essenziali, tra queste una frase che era solita dirmi e che ho cercato sempre di mettere in atto è questa:
-Tu hai la vita davanti e se io mi addormentero’ per sempre, tu prendi il posto mio per tirare il carretto, sono certa che riuscirai a farlo meglio di me perchè l’allievo supera sempre il maestro-
Ci ho dovuto pensare un po’ su, perchè sono cose che in realtà hai talmente addosso che non ti ricordi da dove vengano, eppure non si tratta di belinate: la generosità, l’avere sempre rispetto per tutti, ed una sana, tradizionale e un po’ retrò buona educazione, l’unico motivo per cui rischiavo di prendere un ceffone era se ero sgarbata.
E poi una cosa che in realtà è un difetto, ma che nella vita mi ha fatto divertire un sacco: il gusto della polemica.
il rispetto degli altri, il senso del dovere, la puntualità, l’amore per gli animali e per la lettura, il senso di responsabilità, la dignità e l’indipendenza. considerando che doveva ancora compiere diciassette anni quando sono nata io, direi che ha davvero fatto del suo meglio. certo, mi viene più lungo l’altro elenco, ma non importa :-)
Che bello quando ogni tanto vengo qui (quando mi ricordo) a leggere qualche pagina.
Uno stile di scrittura completo, mai noioso, ricco di spunti e riferimenti, con un’ironia a volte pungente ma che non e’ mai offensiva.
A proposito, io dalla mia mamma non ho copiato proprio nulla, ma nulla, anzi, mi ero detto di fare il contrario della vita che hanno fatto i miei genitori.
E’ una grossa fortuna avere un buon rapporto con la propria famiglia.
Saluti