Venerdì 30 sarò a Firenze per il BTO, Buy Tourism Online, ospite del panel Spaghetti, pollo e insalatina. Si parlerà di recensioni enogastronomiche online; di Tripadvisor, ma non solo. Soprattutto di come un esercito di consumatori che è libero dire la sua su come, cosa e quanto si mangia in un ristorante (e quanto costa), stia cambiando il modo in cui parliamo di cibo, nel bene e nel male. Niente di (troppo) nuovo: i mercati sono sempre stati conversazioni, bisogna solo abituarsi al fatto che oggi quelle conversazioni hanno strumenti diversi e riescono a raggiungere molte più persone.
E l’enogastronomia è solo una parte di un fenomeno più grande e inarrestabile: il consumatore che interagisce con il brand, che valuta il servizio, che fa rimbalzare giudizi fino a colpire migliaia di altri consumatori suoi pari.
Una novità  che, se è vista come liberatoria dai consumatori appunto, è spesso criticata e poco accettata da chi quei beni e quei servizi li produce. Ma chi sono questi? Ma cosa vogliono? Ma come si permettono? Le opinioni non sono tutte uguali, chiariscono i detrattori. Sir Peter Stothard, direttore del Times Literary Supplement e giudice del Man Booker Prize, sottolinea, parlando dei blogger che fanno critica letteraria:
It is wonderful that there are so many blogs and websites devoted to books, but to be a critic is to be importantly different than those sharing their own taste… Not everyone’s opinion is worth the same.
Ribatte idealmente Daniel Pennac in Come un romanzo:
Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara.
Ed è a una persona cara che subito ne parleremo.
Sul tema c’è stata una bella dicussione su Facebook che riassume efficacemente le posizioni più condivise, molto simili a quelle, opposte, espresse da Peter Stothard e da Pennac sulle critica letteraria.
Dal mio punto di vista ho poche cose da dire, sempre quelle.
Prima di tutto, che la rete è un’enorme sinestesia dove si mescolano impressioni, gusti, sensazioni ed è perfetta per raccontare e condividere  le esperienze sensoriali offerte dal cibo e dal vino. Il resto, se volete, lo trovate in questa presentazione.
Poi, che è ora di sfatare il mito secondo il quale “la gente va online solo per esprimere commenti negativi”. La gente va online per condividere impressioni; sta a noi coinvolgerli e farli parlare bene del nostro prodotto o servizio perché il nostro prodotto o servizio vale. Date un’occhiata alla slide 15 (ma anche alle altre) di questa presentazione:
Consumers are more positive than you think. More than half of their comments about brands are positive. Fewer than 10% are negative.
Ci vediamo a Firenze per chi c’è.
Se i consumatori (si badi bene consumatori!) sono più positivi di quello che si pensa, allora ecco spiegato il successo dei booksblog! Un editore è più propenso ad accogliere positivamente recensioni da 5 stelle invece che critiche.