L’idea, notevole, viene da Orange 21 per la campagna dell’Assessorato alle Pari opportunità di Torino contro lo sfruttamento del corpo femminile.
Con lo slogan
SVENDI IL MIO CORPO? TIENITI I TUOI PRODOTTI!
L’Assessorato invita a boicottare le aziende che mercificano il corpo e l’immagine femminile, riducendole a quarti di manzo da esibire. Non solo: chiede ai cittadini di segnalare le pubblicità ritenute offensive.
Sostenuta e annunciata da Emma Bonino, una campagna simile dal titolo Ti spengo e non ti compro partirà nei primi mesi del 2008.
In un forum dedicato all’argomento su Donna Moderna le lettrici si scannano e si dividono tra chi ritiene sia giusto boicottare e chi chissenfregalapubblicità echicicrede.
Io, in linea teorica, penso che il boicottaggio sia l’unica vera arma a disposizione dei consumatori per far capire che, nel messaggio pubblicitario e nell’immagine del prodotto, qualcosa non va.
In linea teorica, appunto; perché per infastidire davvero un’azienda, lo sciopero dell’acquisto dovrebbe essere duraturo e massiccio. E non essendo aliena dal consumismo, so per esperienza che è molto difficile non acquistare molti prodotti che sfruttano nell’immagine il corpo femminile (vogliamo dire, quasi tutti?)
Voi boicottereste un prodotto che offende l’immagine della donna? O lo ritenete inutile? Oppure ancora, siamo ormai così abituati alla mercificazione che non ci facciamo neppure più caso e la prendiamo come un male necessario?
secondo me il problema è che ormai è molto più facile notare che NON C’E’ nessun seno al vento / nessuna donna oggetto in una pubblicità o sulla copertina di una rivista piuttosto che scandalizzarsi dell’ennesimo sedere ben tornito usato per far acquistare qualsiasi tipo di prodotto.
BEN VENGANO lo sciopero dell’acquisto e la protesta attraverso le pubblicità progresso, ma non so se le multinazionali saranno in grado di capire davvero il motivo di questa “astensione all’acquisto”.
tentar non nuoce!
A me del boicottaggio non può fregare di meno.
Non sono interessato a convincere migliaia, milioni di persone a non comprare in prodotto.
Se la pubblicità non mi va a genio non lo compro io. Se poi altre 999 o 999.999 persone fanno altrettanto saranno bene affari loro.
Certo che è difficile contestare le pubblicità con le donne svestite se poi le femministe svedesi pretendono di fare il topless in piscina e la professoressa veneta se ne va in giro ignuda per Monaco.
Insomma, togliersi i vestiti è un ricatto o una liberazione?
Stefano: togliersi i vestiti per scelta e per sé stesse è una liberazione, togliere i vestiti alle donne per vendere di più è un ricatto.
Sono d’accordo, basta con la donna manzotin. D’ora in poi non comprerò più Donna Moderna :-)
onestamente a me me pare na strunzata…. le donne sono molto più avanti della pubblicità, e soprattutto dei pubblicitari
per quanto ci ricorderemo di questa campagna ? 15 giorni? non credo neanche
**Si chiama Nora Hardwick la nonnina di 102 che, a scopo assolutamente benefico, ha accettati di posare nuda per un calendario. … Nessuno dei figli, di 80, 74 e 62 anni, si è opposto alla decisione della propria mamma di aderire all’iniziativa. La signora, per niente imbarazzata, ha detto di esser divertita come non le accadeva ormai da anni. **
non credo che le ragazze che posano per la pubblicità siano costrette a farlo, come penso di non essere influenzata negli acquisti dal tipo di immagine proposta, ma dalla qualità del prodotto stesso. citando Luca: a me me pare na strunzata :lol:
Segnalo una iniziativa simile anche della Provincia di Genova, la campagna “Io scelgo”, cui si arriva dall’home page del sito dell’Ente