“Che dici, ce lo fai tu il dossier sull’amicizia?”
In preda alla solita bulimia lavorativa la risposta è solo una: “Sì certo”.
E un secondo dopo, oltre al “Maledetta me” di rito penso: l’amicizia? Un dossier sull’amicizia? Quella cosa che fa parlare scrittori e poeti e cantanti da secoli, celebrata nelle gesta epiche, nei poemi cavallereschi, nei diari adolescenziali, nelle relazioni vituali, e cosa ho da dire io oggi di nuovo sull’amicizia?
“Parliamo di chi non ha amici, di chi non trova un equilibrio e dà troppo, a fondo perso, di chi ha solo conoscenze epidermiche e infine del rapporto con la migliore amica”.
Già , la Migliore Amica, figura archetipa dell’immaginario femminile. Odio amore, competizione, affetto, ci sarò sempre per te, telefonate alle 3 di mattina, sbronze tristi, serate epiche, vacanze indimenticabili, scazzi altrettanto.
Che poi un pezzo così avrei dovuto scriverlo anni fa: banale forse ma crescendo (invecchiando?) diventa tutto più difficile. Famiglia, uomini, figli, lavoro: anche solo organizzare una cena diventa un’impresa degna della migliore diplomazia internazionale (“Chi c’è di altri?” “Non so se ce la faccio te lo dico domani” “Magari passo per il dolce”).
“Mettiamo anche qualcosa sulle amicizie virtuali”
Ok, pronti i dati: per il 43% degli statunitensi le amicizie virtuali contano quanto quelle reali. Gli americani dichiarano di conoscere 4,6 nuovi amici online nell’ultimo anno, secondo i dati della University of Southern California.
La University of Arizona invece ci dice che il numero di “veri amici” (reali, in carne e ossa) sempre per gli americani è passato da tre a due.
Amici virtuali che soppiantano i reali? Rimugino su chi chiameranno questi se una sera si ferma la macchina alle tre di notte o se una domenica pomeriggio di pioggia hanno voglia di te, biscotti e autocoscienza.
Ma d’altronde anche io quante persone conosco, amo e considero amiche, ma vedo giusto un paio di volte all’anno, il resto sono mail, messenger e commenti sui blog?
Intanto Aristotele mi dà l’attacco per il pezzo:
L’amicizia è una virtù o s’accompagna alla virtù; inoltre essa è cosa necessarissima per la vita. Infatti nessuno sceglierebbe di vivere senza amici, anche se avesse tutti gli altri beni.
Basterebbe questo. Ma siccome le cartelle da riempire sono un po’ di più, se avete voglia di raccontarmi l’amicizia per voi, sono qui.
Non vorrei incasinarti ancor di più, ma sarebbe interessante capire come mai ci sono persone che si circondano di amici dello stesso sesso e altre che non fanno questa differenza. Certo così si finirebbe per parlare dell’amicizia uomo-donna come se non ne avessero già parlato abbastanza! La mia esperienza è che mi circondo di amiche (plurale, perché secondo me la Migliore Amica può esistere solo nell’adolescenza) ma faccio fatica con le amicizie maschili. Perché? A te la risposta ;-))
Ah, e chi lo sa? Anche perché io invece non faccio differenze, anzi ho amici maschi adorati. Forse (piscologia spicciola di bassa lega) hai paura dei sottintesi, dei secondi fini che ci possono essere in un’amicizia maschile?
E’ che mi sento più solidale e “capita” dalle amiche femmine, questo non vuol dire che io non abbia amicizie maschili, ma come dire? Il confronto numerico non regge.
Ho tanti amici reali e tanti virtuali. Entrambe le categorie hanno pregi e difetti ma possono dare molto. Basta considerarle su due piani diversi e aiutano entrambe a crescere e comunicare. ;-)***