Che tristezza le Poste Italiane

Io lo so che lamentarsi delle Poste è lo sport nazionale più inflazionato e inutile.
Però non posso farne a meno. Perchè ho perso un’ora del mio tempo, un’ora della mia vita, prima a smaltire una fila interminabile, poi a osservare la schiena di un’addetta che, con il ritmo e l’eleganza di un bradipo, rovistava tra scatoloni di cartone per cercare la mia raccomandata.
Ora: già il sistema per entrare in possesso di una raccomandata è la cosa più anacronistica e ridicola che ti possa capitare. Sono online tutto il giorno, raggiungibile 24 ore su 24 in almeno dieci modi diversi, ma no.
Se non sei in casa, affari tuoi, ti lascio una bella cartolina, puoi venire a ritirarla facendo la fila ma solo a partire dal giorno dopo. Poi, quando osservi gli impiegati che la cercano dentro questi scatoloni tenuti insieme da strisce di scotch, le buste separate da pezzi di cartoncino con su scritte le lettere dell’alfabeto, strappati presumibilmente da altre scatole, assorbi un’atmosfera generale di lentezza, polvere, arretratezza, uno squallore annicinquanta da stringere il cuore. Vedere per credere la foto, scattata durante i venti minuti buoni di ricerca in ogni luogo in ogni lago: la dotazione delle Poste per gestire la nostra corrispondenza è composta da un manuale dei Codici di Avviamento Postale (del 2003, in primo piano), un timbrone, una scatola che sta insieme a malapena. Altro che Italia a due velocità. Ma dove vogliamo andare, ma di cosa stiamo parlando, quando le poste sono rimaste alla diligenza?
Dice: ma come, ma non si erano rinnovate, tutti gl uffici nuovi blu e gialli, i bigliettini salvacoda, i prodotti finanziari, i manager? Non fatevi fregare. Per tentare di rifarsi un’immagine, non bastano valanghe di spot tv che nonostante la crisi ancora qualcosina costano, Robin Hood e vecchiette piene di soldi in fila davanti a banchi immacolati, senza l’ombra di una scartoffia. Bancoposte e gestioni finanziarie, ma secondo voi io dovrei farmi gestire anche solo un centesimo da chi archivia la posta in scatole polverose e se la perde pure?
Perché poi, ovviamente, la raccomandata non c’era. Era pure una “assicurata”, ironia della sorte. Impossibile assicurarla però contro l’idiozia di un impiegato che ha letto “25 aprile” anziché “25 maggio” sulla busta e l’ha rimandata indietro “per compiuta giacenza” dopo soli due giorni anziché il mese canonico. Chi è stato? Mistero. Chiamarlo, chiedere conto della cazzata testé compiuta? Impossibile. E nessuno che si mostrasse minimamente toccato da ciò, chessò, un pochino imbarazzato, umanamente dispiaciuto. “Lei ha ragione, eh, ma cosa ci vuol fare?”
Niente, ci voglio fare, dico solo che se io nel mio lavoro facessi un errore del genere, non lavorerei più, fine.
Loro invece mi concedono graziosamente un colloquio con la responsabile che mi lascia in piedi davanti alla porta ad attenderla un quarto d’ora prima di presentarsi (“Posso entrare negli uffici?” “No, lei aspetti qui”, tipo cane fuori dal negozio) e dirmi che se voglio fare reclamo, prego, intanto non c’è niente da fare, intanto vedrà che gliela rimandano. Sì, e se era una comunicazione urgente, alla quale rispondere entro una determinata data? “Eeeeh”, allarga le braccia “Magari chiediamo al postino, se lui si ricorda il mittente (?) la richiamiamo, eh?”.
Sono nelle mani dela memoria di un postino. Speriamo usi quotidianamente il Brain Training, o sia almeno abbonato alla Settimana Enigmistica.

13 thoughts on “Che tristezza le Poste Italiane

  1. Ho già fatto due reclami alle poste per ragioni diverse, sai cos’ho ottenuto? Telefonate imbarazzate da donzelle che non avevano niente da dirmi tranne che scusarmi. Francamente delle scuse me ne faccio poco.

  2. Però se oggi vai alle Poste stupendi ripiani colmi di:
    – libri
    – CD/DVD
    – Giochi per bambini
    – Modellini di auto e similari
    – Cassette delle Poste per ville in ghisa
    – Collezioni di Monete del grande Calcio e dell’Oroscopo
    – Piatto da collezione di Papa Wojtyla
    – Orologi e Penne
    – Ciondoli Ave Maria
    Se vi viene in mente altro…

  3. Hai dimenticato una cosa: ci sono anche i postini a cottimo. Quelli che sono in subappalto pagati a consegna, quindi passano, non suonano e lasciano la cartolina, così tornano una seconda volta.

  4. Nooooooooo! Ma davvero? Ecco! E io credevo di essere pazza perché trovavo le cartoline ma ero sicura di essere stata a casa!

  5. E quando trovo la cartolina nella cassetta, lasciata quando eravamo in casa, divento UNA BELVA.

  6. stamane, dovevo pagare un bollettino, uno di quelli che non si può domiciliare, purtroppo. Località balneare. Odori vari, non buoni ahimè, almeno 80 persone sigillate in uno spazio di circa 50 mq. Prendo il numero: 135. In quel momento sono al 74. Vado fuori a respirare. Faccio un giro, torno dopo 10 minuti: sono al 76(due soli sportelli dedicati ai bollettini, uno sportello addirittura chiuso, due per i correntisti, uno per i servizi postali). Risultato: ho calcolato che per arrivare al mio numero sarebbero serviti circa 300 minuti, a quel ritmo. E no, mi sa che in quel momento non ce li avevo, sono andato via.

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  7. Cmq confermo anche io tragiche esperienze con le raccomandate non consegnate, e tutto il resto (settimana scorsa una prioritaria c’ha messo 7 giorni per arrivare!).

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  8. Oh caspita. A me è già capitato di trovare la cartolina pur essendo certa di essere stata in casa in quel momento.

  9. A me di recente è successo di tutto con le Poste:
    – raccomandata con un regalino di un certo pregio per un’amica, aperta e svuotata, busta rispedita indietro senza una parola e manco i soldi della raccomandata mi hanno ridato;
    – raccomandata che arriva un un giorno “si fidi”, “ma è sicura? fra due giorni mio fratello parte per la Germania”, “garantito”. La raccomandata è arrivata in quattro giorni perché allo smistamento di Ancona hanno letto Ferrara invece di Forlì. Sempre F c’era. Ovviamente niente scuse e niente rimborso;
    – raccomandata spedita in Belgio, prende l’acqua (perché ovviamente è normale che la posta di cui noi pensiamo che le Poste abbiano la massima cura, prenda l’acqua) e l’indirizzo si cancella, me la rimandano dopo due settimane, anche qui senza scuse. Sono andata alle Poste e mi sono incazzata come una belva,
    Ovviamente taccio delle file disumane e delle cartoline lasciate senza suonare quando ero in casa.

  10. Sai cosa ho fatto dopo due mesi di reclami e telefonate a call center delle Poste italiane per un pacco spedito da Oslo a Torino e mai arrivato (contenente per altro tutti i miei effetti personali dopo 6 mesi d’Erasmus)? Ho scritto a LaStampa, rubrica Specchio dei Tempi, e in 24 ore hanno risolto l’inghippo. Nessuno aveva guardato nel deposito “pacchi smarriti”. Così funziona l’Italia. Inutile dire che la Norvegia era infinitamente meglio.. :(

  11. mal comun mezzo gaudio, stessa situazione a me con la racomandata: rispedita dopo 2 giorni per compiuta giacenza e sai cosa mi han detto per consolarmi? “sìì, ma era una di quelle verdi.. dell’agenzia delle entrate..” Perchè io devo aver paura dell’agenzia delle ENTRATE??? Ed invece era la carta di credito in scadenza.. sotto natale.. sigh..

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