Io adoro invitare gli amici a cena. Per questo ho apprezzato molto i consigli che Barbara Ronchi della Rocca, scrittrice ed esperta di galateo, mi ha dato durante un’intervista. Si riferiscono a cene formali, decisamente più formali degli happening pastasciuttari e incasinati che organizzo io, ma con qualche modifica si possono adattare anche a pizza e birra.
1 Anche per l’invito più informale cambiamoci d’abito, magari solo mettendo una camicia pulita sui jeans, ma senza ostentare capi e gioielli elegantissimi o griffati. Come padroni di casa siamo tenuti a un certo understatement (che non significa ciabattare per casa, ndr)
2 Non mescoliamo ospiti di opposta fede politica, o che hanno litigato, o ex coppie. È altrettanto sbagliato raggruppare solo persone totalmente “affini†o che svolgono tutte lo stesso lavoro, pena una conversazione noiosissima. (oppure il classico 5 più 1: 5 colleghi di lavoro o vecchi amici e un outsider che per tutta la sera si deve sorbire i continui “Ti ricordi quando…)
3 Crostacei, frutti di mare, selvaggina, lumache, asparagi, ma anche frutta fresca richiedono una certa abilità con le posate e quindi non sono molto graditi ai commensali pigri o insicuri (evitateli anche se tenete alla tovaglia o volete preservare il muro da chiazze di gambero).
4 Non prevediamo pietanze che richiedono una continua sorveglianza ai fornelli o cure particolari all’ultimo momento: l’andirivieni tra cucina e sala da pranzo infastidisce e imbarazza gli ospiti, che non apprezzeranno un piatto costato tanta evidente fatica e trambusto (ad esempio: pasta al cartoccio e piatti flambé).
5 Non portiamo in tavola piatti già “porzionati†e non serviamo gli ospiti i quali, se maggiori di 14 anni, hanno il diritto di decidere quanto e che cosa mangiare. Vietatissimi, naturalmente, i commenti del tipo “Come mai ne prendi così poco, forse non ti piace?â€.
6 Non subissiamo gli ospiti di eccessive attenzioni (“Fa troppo caldo? Apro la finestra?â€, “Senti freddo? Siediti qui, accanto al termosifoneâ€) e non sollecitiamo complimenti e rassicurazioni: “Forse l’arrosto è troppo cotto?â€, “Questo piatto non mi è venuto bene…â€. Poniamo rimedio a ciò che davvero non va e passiamo sotto silenzio i danni irreparabili.
(Da Donna Moderna)
Avete altri suggerimenti? O qualcosa che proprio non sopportate dei padroni di casa quando siete ospiti?
Io so come far star bene i miei ospiti. Il problema è insegnare a chi viene invitato a come onorare l’invito.
Ad esempio lasciando a casa i marmocchi ed evitare di parlare di pannolini, asili e vomitini per 4 ore.
tillo, non sarà che dovresti selezionare diversamente i tuoi invitati?
Odio chi riempie il piatto in modo inverosimile e poi insiste per dartene ancora! ;-)***
Tillo: sono d’accordo, ma ha ragione Adriana: lasciali a casa!
Io aggiungo: chi ti invita e poi appena terminata la cena si mette furiosamente a sparecchiare e a riempire la lavastoviglie. Un po’ di calma, please: per una volta si può riordinare anche il giorno dopo e stare a chiacchierare con gli ospiti.
Invitare un numero di persone eccessivo ovvero rendere poco confortevole l’ambiente.
Trovo molto scortese costringere l’ospite a restare in piedi o ad accomodarsi su sedie di fortuna o a togliere perfino lo spazio per muovere i gomiti a tavola. Se i padroni di casa vivono in “2 stanze bagno e cucina” non comportarsi da padroni di una mansion.
Piero, ti adoro perché sei così snob!
Piero: dipende dalla confidenza che si ha con gli ospiti. Personalmente mi è capitato di far sedere un ospite sulla scaletta o di stare in 14 in una stanza dove non stanno comode più di 6 persone… credo che nessuno si sia lamentato perché sono amici di vecchia data che vedo frequentemente. Con gli altri ho ovviamente un occhio di riguardo. Io detesto: chi mi riempie troppo il piatto, chi si ostina a volermi lavare i piatti mentre io sono comodamente seduta, chi fa osservazioni sgradite sulla mia cucina (manca un po’ di sale…) sarò permalosa ma stai zitto no? Tanto mica mangi da me tutti i giorni! Adoro: i complimenti ;-)
confesso … il primo punto proprio non mi riesce di rispettarlo, in casa mia devo essere rigorosamente comoda altrimenti divento acida
a parziale scusante vi garantisco che invito solo amici di vecchia data i quali mi conoscono benissimo e sanno casa aspettarsi :lol:
cOsa e non cAsa!!!
Argh, mi hai ricordato che devo chiamare Barbara!…:-***
Il quinto e il sesto li stamperei su dei biglietti e li distribuirei a tutte le persone che conosco :-)
Quanto ai consigli, ne ho uno molto banale: conoscere i propri ospiti. Il massimo dell’ospitalità, secondo me, non è trattare le persone in maniera molto formale o viceversa come persone di casa, ma trattarle come vorrebbero essere trattate.
JillL: ti capisco, ma su una cosa non transigo: le scarpe :-)
je: dovrebbe valere la regola aurea “se non hai niente di carino da dire taci”, ma purtroppo molta gente non la conosce.
Piero: vero, si chiama empatia e funziona alla grande in tutti i campi della vita.
Anch’io come Jill cedo sul primo punto e non sempre mi riesce di rispettare il secondo, ma per colpa di ospiti che, pur essendo politicamente affini, riescono a litigare sulle virgole :-)
In realta’ anche il 4 e’ un po’ difficile, pena la rinuncia al risotto :-)
Corrado: ma Vissani il risotto lo fa cuocere mettendo il brodo tutto in una volta, no? Basta un buon contaminuti :-)