Fa’ la cosa giusta, le pr e la comunicazione

Sono stata, come tutti gli anni, a Fa’ la cosa giusta. Sempre bella, interessante, divertente: quest’anno c’è tantissima moda (finalmente chi si veste equo non deve più, necessariamente, sembrare uno scappato dall’esercito della salvezza: ci sono cose belle assai) e un intero piano dedicato al food. Non mi dilungo: andateci, perché merita. Quello di cui vorrei parlare è altro. Perché ovviamente, alla decima richiesta “Avete le foto in alta?” con risposta: “No, in alta, come, cioè, sarebbe? Comunque non le abbiamo”, mi sono innervosita.
Allora, io capisco che chi commercia in prodotti equo solidali, biologici eccetera abbia un approccio diverso alla vita, al lavoro e commercio. E’ bello. E’ giusto. Fa la differenza.
Però, diosanto.
Sono almeno cinque anni che l’equo, l’eco, il biologico, il riciclo, fanno tendenza. Gli stilisti disegnano intere collezioni utilizzando cotone bio e materiali riciclati, i cibi a km zero vengono venduti a peso d’oro nei ristoranti.
Insomma. Io vi ammiro e vi stimo, ma non siete più dei paleocristiani nella catacombe, siete una forza, una potenza, un settore merceologico in crescita. Non per niente, dai capannoni di via Tortona, la fiera che vi rappresenta è passata a Fieramilano City, su due piani, eccetera.
Però, tranne poche realtà più grandi, siete un microcosmo composto da piccoli produttori locali. Avete poche occasioni di emergere: Fa’ la cosa giusta è una di queste.
E allora, diosantissimo, è mai possibile che, sapendo da mesi che parteciperete a questa fiera, sapendo benissimo che il giorno di apertura è riservato alla stampa e agli addetti ai lavori, sapendo quanto valga la promozione e i passaggi su magazine e siti, non riusciate ancora ad avere uno straccio di cd con le foto dei vostri prodotti? Una url dove scaricarle? Un sito web non dico bello, non dico con lo shopping online, ma che almeno funzioni?
Io capisco che non abbiate soldi, o voglia, per pagare un ufficio stampa (anzi, forse, meglio così). Però un figlio, un nipote, un amico che vi metta due foto su un cd ce lo avete di sicuro. E una pagina su Facebook, per dire, la sa fare anche mia mamma.
Rendetevene conto; i giornalisti sono pigri e sempre di fretta.
Se non date loro la pappa pronta – le foto, il sito, le informazioni predigerite – non hanno tempo di tornarvi a cercare per chiedervelo; non vi citano e passano ad altro. E per molti di voi sarebbe un vero peccato.

5 thoughts on “Fa’ la cosa giusta, le pr e la comunicazione

  1. ho in programma un giro domenica alla fiera e messo giù così il tuo post penso proprio che mi porto i biglietti per tirare su un pò di clienti a cui fare il sito :D

  2. Hai ragione e quello che dici è valido anche per altri settori, non solo equo&co. Non so fino a che punto la cosa dipenda dall’approccio al commercio..per così dire…”slow”.
    Però noi non possiamo continuare a dire: “Se non ci date la pappa pronta non vi citiamo”. Spesso capita così nella pratica quotidiana ma non possiamo trasformarlo in sistema; sarebbe squalificante per la nostra professione (già abbastanza squalificata..)

  3. Rossa: hai ragione, ma sai anche tu che, in molti casi, è tragicamente vero.

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