Mia nonna era saggia. Diceva sempre: “Se non riesci a dire una cosa gentile, o confortante, taci“. Sarebbe così bello se la gente avesse imparato da mia nonna. Ma non è così. E la gravidanza è un banco di prova mica da poco, vedere qui e qui. Non ho ancora capito se per ingenuità , malignità gratuita o mera stupidità , ma ognuno si sente in dovere di dire la sua, e non è mai un parere positivo, a parte qualche lodevole eccezione. Per cui, più passano le settimane, più la mia intolleranza si sta focalizzando su queste tre, nutritissime categorie:
Le auguri e figli maschi, ossia quelle (sono sempre donne, preferibilmente di mezza età ) che si mostrano terribilmente deluse perché in pancia non hai un esemplare virile ma solo una bambina e nonostante le tue rassicurazioni ti ripetono tre volte: “Andrà meglio la prossima voltaâ€, tipo lotteria (meno male che non vivo in Cina, mi viene da pensare);
Le madri splatter, ossia quelle che insistono, nonostante tu invochi il silenzio, a raccontarti nei minimi dettagli i parti loro, della sorella, cugina, amica, con dovizia di particolari sanguinolenti e numero preciso di punti di sutura. Se tenti di bloccarle dicendo: “Probabilmente farò il cesareo†ripartono con rinnovato slancio: “E’ ancora peggio: La mia amica, dopo tre anni, ancora sente il taglio quando cambia il tempoâ€. (Spero per lei abbia trovato lavoro come Meteorina da Fede, per dire);
Le madri dolorose, cioè quelle che, appena ti vedono con la pancia, iniziano a snocciolare drammi vissuti, racconti di figli isterici, notti in bianco fino al compimento del diciottesimo anno del pupo, vite rovinate, mariti che se ne vanno sbattendo la porta, suocere vampiri che si installano a casa per mesi (e poi uno si domanda perché il numero di figli in Italia è 1,3 per donna).
Mi sfugge una cosa: prima ti criticano se hai superato una certà età e non sei ancora nel club delle madri, poi quando finalmente puoi sfoggiare la tua bella pancia cominciano con i racconti dell’orrore?
Madri splatter? madri dolorose? auguri e figli maschi?
Quello è nulla! aspetta di incontrare una fanatica childfree :-)
je: si vede che vogliono sottolineare che loro ci sono già passate, mentre tu devi ancora fare tutto ;-)
Piero: quello non mi spaventa: io ero una delle childfree più convinte che mi è capitato di incontrare (e a tratti lo sono ancora)
Se la cosa può consolarti, in me trovi una controparte strenua:
– due figli, prima la femmina e secondo il maschio: chiunque si azzardava a dirmi “Ah, sarai proprio contenta adesso!” oppure, peggio ancora, il terrficante “Che brava, hai fatto la coppiaaaaaa!”… lo ghiacciavo inventandomi qualcosa come: “Veramente avrei preferito di gran lunga un’altra femmina, ma anche il maschio vedremo di farcelo andare bene…” :)
– testimonio orgogliosamente di non avere idea di queste famose sofferenze atroci, perché di fatto ho avuto parti splendidi, veloci, tranquilli, e oserei dire che a partorire mi sono perfino divertita (a parte l’ansiogena trafila del parto indotto la prima volta, ma ho ampiamente recuperato col secondo). Ok, riconosco che in gran parte è stato q*lo, ma un po’ di atteggiamento positivo di partenza ritengo di avercelo messo.
L’unico consiglio che va sempre bene per tutte, in generale, è quello di imporsi per farti mettere le mani addosso il MENO possibile durante il parto, e per farti stressare meno possibile dai consigli pedanti dopo. La maggior parte delle sofferenze strazianti, degli squarci, dei famosi punti di sutura, e amenità simili… derivano da manovre ostetriche non necessarie o dall’essere stata costretta a frasi il travaglio nella posizione sbagliata. Dal secondo parto (travaglio a casa e arrivo in ospedale all’ultimissimo momento) sono uscita splendidamente più integra che dal primo (quasi tutto il tempo stesa sul lettino col monitoraggio attaccato), nonostante il bambino fosse parecchio più grosso e le spinte più precipitose!
E quelli che già ti prospettano il cesareo mesi prima, senza nessuna patologia particolare, mandali graziosamente a stendere! :)
in becco alla cicogna!
Lisa