Di David Foster Wallace magari sapete tutto o quasi. Il suo Considera l’aragosta è stato recensito praticamente su tutte le riviste, con toni dall’ammirato all’entusiastico. Con ogni merito: la prosa è geniale, ricca, immaginifica, talmente densa che sembra di toccarla. Alcuni pezzi sono memorabili, come il racconto dell’11 settembre visto sulla tv (e attraverso gli occhi) di una casalinga del Midwest e il reportage sul festival dell’aragosta del Maine che dà il titolo alla raccolta.
Tra tutti però non riesco a dimenticare il capitolo iniziale, un lungo articolo sulla serata degli Adult Video Awards, gli oscar del porno.
Doverosa premessa (se no dopo il pornoenigmista uno pensa che ho la fissa): di film porno non ne so praticamente nulla. L’unico mio approccio con una pellicola è stato in occasione di una festa a casa di amici: qualcuno, con lieve humour, aveva portato in regalo una vhs e quindi via, visione comunitaria. Ricordo solo che c’era Rocco Siffredi, l’azione si svolgeva nel Far West, lui non faceva altro che prendere a schiaffoni le chiappe della malcapitate e alla fine arrivava a cavallo con alcuni sodali, sparando in aria e gridando “Abbiamo vintoâ€, ovviamente senza alcuna sequenzialità né nesso logico con la cosiddetta trama. Fine.
Proprio per questo però sono rimasta colpita dal racconto di Wallace. Intanto ho scoperto un mondo parallelo, un’industria multimilionaria, ricchissima, tronfia, giochi di potere indicibili e orde di fans sbavanti per un autografo di una diva vestita in latex rosa. Ma a colpirmi di più è stata una nota a piè di pagina che spiega il vero perché dell’attrazione fatale che il porno esercita trasversalmente su uomini (e sempre più donne), anche insospettabili. A parlare infatti è un irreprensibile ispettore della polizia di Los Angeles:
“(…) l’ispettore ha confessato che ad attrarlo, nei film, erano “le facceâ€, cioè le facce delle interpreti, quei rari momenti casuali di tenerezza o dell’orgasmo in cui le attrici lasciavano cadere il loro ghigno beffardo e artefatto e diventavano all’improvviso persone reali. Certe volte – così ha detto l’ispettore – tutto a un tratto è come si rivelassero, come se rivelassero la loro, come si dice…umanità . Insomma, l’ispettore trovava i film porno commoventi, e molto più di gran parte dei film tradizionali di Hollywood nei quali gli attori – a volte di grande talento – fingono autentica umanità . Nei film veri – ha detto- è fatto tutto apposta. Forse quello che mi piace dei porno è che succede per sbaglioâ€
Capito? Cercano l’umanità . E io chissà cosa credevo.
Lo sappiamo che sei maligna e malpensante! Che dire, poi, delle magnifiche sceneggiature? ;-)***
Io gli conferirei una specie di oscar per l’innovazione ….. fateci caso tutte le nuove tecnoligie sono state introdotte o aiute dal porno . Le vhs , i dvd , la televisione satellitare , internet .
Peccato che la cosa , al momento , non possa essere introdotta nella ricerca medica o altro .
Nello, con l’idea del porno applicato alla ricerca medica, l’oscar lo vinci tu, senza dubbio.