Chi sa, tace; chi parla, non sa.
Lau Tzu
Esausta per gli squilli continui dei cellulari, la musica a palla nei locali e nei negozi, la gente che urla anziché parlare, i cantieri, il traffico, gli aerei che mi passano sulla testa, sbotto:
“Perché non facciamo un pezzo sul silenzio“?
Ok, facciamolo.
E subito dopo mi dico: e cosa ci sarà da scrivere sul silenzio, oggi, soprattutto per un periodico femminile?
Sorpresa. C’è tantissimo. Evidentemente la gente è esausta quanto me. Per comprendere l’entità del problema, teniamo presente che un suono a 45 decibel impedisce il sonno e che il rumore del traffico, sentito da un passante sul marciapiede, raggiunge i 70 decibel.
In UK è appena uscito Manifesto for Silence. Secondo l’autore Stuart Sim, docente universitario, il rumore che subiamo quotidianamente uccide il pensiero. Sto aspettando una copia, ma dalla casa editrice mi fanno sapere che verrà tradotto “soon” in Italia.
A New York i nottambuli dai timpani offesi si rifugiano ai Quiet Party: ci si parla a segni, con sussurri o tramite bigliettini di carta che scivolano di mano in mano.
A Treviso invece è tutto pronto per il Festival del Silenzio, una tre giorni dal 28 al 30 settembre dedicata alla sublime arte del tacere. Ancora aperta la mostra collaterale Silenzio. Una mostra da ascoltare (alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, fino al 23 settembre).
Scopro anche che a Lajatico, nei dintorni di Pisa, esiste il Teatro del silenzio, splendido anfiteatro la cui quiete è turbata solo una volta all’anno, solitamente a fine luglio, per un concerto.
E per chi come me ha in odio le rumorosissime celebrazioni del capodanno, consiglio di attendere metà marzo e festeggiare l’anno nuovo a Bali. A Bali l’anno nuovo, che per loro cade appunto a metà marzo, si celebra nel silenzio più assoluto. Prima la festa con il rituale rogo delle effigi per simboleggiare la cacciata degli spiriti. Poi il silenzio, che per 24 ore scenderà sull’isola , con il divieto di circolare, lavorare o usare l’elettricità .
Infine, per viaggiare ed evitare l’hotel fracassone o la camera proprio sopra il locale notturno e tornare quindi più stanchi di prima, esistono i Relais du Silence in Italia e all’estero. Stanze da letto silenziosissime e trattamenti rilassanti per ritrovare il sonno perduto.
Shhhhh.
… :-)
… :-)
SHHHH….:D
…Esiste anche la poesia del silenzio, in cui lo spazio “bianco” surclassa il “nero” della scrittura…
Troppe parole per un pezzo sul silenzio.
Io avrei scritto:
Zitti!
:)