(ore 13:00 del 31 dicembre)
“Cos’hai preso per la cena di stasera?”
“Mah, solito: ostriche, un branzino, scampi, gamberi e una manciata di cicale di mare. Erano freschissime. Vive. Si muovevano”.
“Ah, però”.
(Circa le 21, bambina a letto, fornelli in preriscaldamento per la cena)
“Aaaaaahhhhhhh!” (Urlo di Tarzan, solitamente riservato alle grandi occasioni, tipo una cimice in sala: sguardo fisso su un cartoccetto semovente che si agita sul piano del lavello)
“Oddio che c’è?”
“Eh niente…si muovono…il pacchetto delle cicale di mare…salta…vogliono uscire!”
“Ancora? Dopo tutto il pomeriggio in frigo?”
“Eh sì. Adesso cosa faccio? Io mica me la sento di metterle in padella. Oddio, mi spiace, mi spiace tanto”.
“Mmm…ok, cosa vuoi che faccia, in quanto uomo di casa? Vuoi che gli tiri il collo, sempre che io capisca dove hanno il collo?”
“NO! Ma sei pazzo? Sono vive!”
“Tesoro, tu mangi cose vive. Mangi le ostriche. Mangi pesce crudo. Non essere ipocrita”.
“Va bene, ma non le uccido IO. Senti fai una cosa: mettile in sacchetto con l’acqua e portale giù al mare. Ci metti cinque minuti”.
“Sei matta, sì?”
“Ecco, mai che mi fai un favore. Allora aspetta. Sciolgo del sale grosso nell’acqua e le metto in una bacinella. Magari sopravvivono e domattina le portiamo al mare”.
“Sei matta”.
(Scioglie il sale nell’acqua e travasa le bestie, più vive che mai, in una bacinella).
“Avranno fame?”
“Non lo so. So che IO ho fame ed è Capodanno. Prepareresti la cena, per favore?”
“Sbriciolo un po’ di pane…”
“Senti, queste mangeranno plancton, mica pane”.
“Ok, ma non ho plancton in casa, al momento. Aspetta…ecco! La farina di mais e tapioca di Beatrice. Magari gli piace”.
“Io chiamo la neuro”.
(Versa una punta di farina mais e tapioca nell’acqua e porta la bacinella in terrazzo)
“Ok, ora inizio a cucinare. Mi sento meglio”.
“Amen”.
(Purtroppo le cicale di mare non ce l’hanno fatta: le ho trovate morte stamattina. Lui sostiene che le abbia uccise la farina di mais e tapioca. Io voglio comunque sperare di aver permesso loro di vedere l’alba del 2009).
sto ancora ridendoooo buon anno nuovo a voi e alla piccola… :-)
NOOOOOOOOOOOOOOOOO. CASCA UN MITOOOOOO!
Le cicale vive fanno angoscia a cucinarle. L’unico sistema che ho adottato, perchè piacciono tanto in famiglia è di metterle subito in congelatore.. una morte meno violenta… ;) auguri Renata
chissà perchè tutto questo mi ricorda tanto ….in viaggio di nozze sulla spiaggia di kuta a Bali, la neosposa di Miarrangio raccolse un sacco di conchiglie, e quando dico un sacco intendo un sacco. alla sera nella lussuosa suite dell’Oberoi qualcosa si mosse erano alcune conchiglie vive, la sposa lanciò un urlo nel suilenzio della suitè, e lo sposo spavaldo preso il sacco lo svuoto nella vasca d’acqua bolente, al mattino alcune conchiglie nuotavano beatamente nella suite dell’Oberoi.
Non so cosa siano le cicale di mare e dopo aver letto questo racconto un po’angosciante a dir la verità, spero di non trovarmele mai nel piatto! Ma poi, le avete mangiate??
Anche se ho sentito il racconto vocale dell’odissea delle cicale, leggerlo oggi mi ha risolto una giornata fredda, buia e uggiosa. mi ha fatto morire dal ridere e ci voleva proprio!
uomo insensibile!!! cosa gli costava una scappata in spiaggia il 31 dicembre, dopo il tramonto, col rischio di una polmonite? non collaborano proprio mai!!!!:lol:
Mi sento meno sola…Io non riesco nemmeno a pulire i gamberetti o qualsiasi altro tipo di pesce anche se morto. Per salvare una cena ho dovuto chiedere al mio compagno di farlo e mi sono girata dall’altra parte per non guardare.
Mi fanno pena. =P
Pesce a filetti e sushi forever.
Fatto bene. L’anno scorso ho dovuto torcere il collo a due langostine vivissime e lo shock e’ ancora piu’ vivissimo. Mai piu’.
Alla fine non le abbiamo mangiate, neppure da morte. Sacrificio inutile. Il resto della cena, comunque, era buono!
con gli animali ancora moventi bisogna essere determinati, non avere nessuna pietà, la tecnica migliore è buttarle in acqua bollente e addio (tipo con l’astice :)) :D loro, due minuti dentro acqua salata e escono strepitose, due palle poi per togliere il carapace, ma ci si adegua per cotanta bontà… :)
A me è successo lo stesso con le vongole. Le ho messe in terrazza ma non ce l’hanno fatta.
Insomma, se dovessimo ammazzare con le nostre mani quello che mangiamo saremmo tutte super vegetariane… meditiamoci ;-)