Niente, è che mia mamma ha avuto un infarto l’8 dicembre.
E per fortuna io ero in Liguria, e per sfortuna ero a 60 chilometri di distanza e mentre ero sull’autostrada pensavo tutte quelle cose orribili che si pensano in qui momenti, o almeno le penso io, perché notoriamente sono un’ansiosa, anche se questa volta l’ansia era giustificata.
E poi dopo le solite cose che abbiamo imparato guardando ER e Dottor House – eparina, angioplastica, stent, ossigeno eccetera – finalmente è uscita dalla sala operatoria del Pronto Soccorso, un girone dell’inferno scrostato e sporco, disseminato di barelle con malati più o meno gravi accatastati qua e là , e mi chiedo come facciano i dottori a lavorare così bene in mezzo a tanto degrado, tanta sporcizia, tanta bruttezza, per una volta niente malasanità .
Insomma sembrava stesse benissimo, mi sono avvicinata e mi ha detto:
Ciao, ecco, ho fatto un gran casino, vi ho fatto correre tutti. Senti, già che sei qui, quando arrivi a casa, metti su il brodo che dovevo farlo io ma mi sono sentita male, e non vorrei sprecare la carne.
Ecco, questa è mia madre. L’infarto, la carne per il brodo, il dare disturbo.
Ma sono certa che sia anche un po’ di tante altre madri, gran donne quelle, non ne fanno più eccetera.
E poi ho fatto tornare Beatrice con suo padre a Milano, perché non assorbisse ansia e negatività , che i bambini se ne accorgono subito signoramia, e mi sono fermata a Genova per qualche giorno, a non dormire, a dare da mangiare a mio padre a ai gatti, a fare lavatrici, ad aspettare.
Insomma pare sia andato tutto bene, dita incrociate, certo, che siamo ancora in convalescenza, e sono tornata a Milano esausta, con il solito treno lercio, gelido e in ritardo, ho preso un taxi e ho aperto la porta di casa e c’erano Beatrice e suo padre che guardavano gli Aristogatti e ballavano sul tappeto Tutti quanti voglion fare jazz, c’erano le lucine dell’albero e un caldo profumato, e quasi mi è piaciuto il Natale.
Più che altro, ho finalmente capito perché in una bellissima scena di quel bellissimo film che è Mare dentro la giovane avvocato, dopo aver visto tanto dolore e tanta angoscia, si allontana sulla spiaggia e corre verso suo marito e suo figlio che stanno giocando in riva al mare.
Io ho sempre pensato che fosse un’egoista, invece cercava solo un po’ di vita.
Mi hai fatto piangere e ridere. Rivisto e rivissuto. E condiviso sino all’ultima parola. Dai un bacio a quella donna meravigliosa che è tua mamma. E per te un abbraccio fortissimo, sorellina :-*
Snif…
Shared: Mia madre, l’infarto, il brodo http://bit.ly/fAUAvp
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Che te lo dico a fare, mio padre dal 1990 fino al 2009 4 infarti 4 bypass 4 corse autostradali che nemmeno Alonso.. di cui la penultima da genova bolzaneto a lavagna con mia moglie a bordo che ripeteva ogni 400 metri, come una preghiera della novena “chissà se ci arriviamo”…… poi la terapia intensiva tutto quel verde, la prima cosa detta ciao come stai? Senti una cosa nel cassetto avevo messo delle ri.ba da pagare accertati di farlo che io le ho sempre pagate puntuali :)
Un abbraccio
come per Mitì, mi hai fatta ridere e piangere
un abbraccio forte Ba :-*
mi è scesa una lacrima nel sorriso. Abbraccio a te e al papà a casa con Beatrice.
tua mamma è molto genovese. il dare disturbo, il pensare al brodo. è tipico. hug.
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mah, non credo c’entri la geografia. bacio.
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deja vu. (hug)
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deja vu, deja veçu. (hug)
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Un bacio
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Confermo che l’aspetto geografico non c’entra. Si tratta di un essere mamme come solo certe mamme sanno essere. Cmq mi piace molto la tua frase finale "…invece cercava solo un po’ di vita." Auguri di pronta guarigione alla mamma!
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grazie a tutti, davvero. ora basta però che mi è scesa l’adrenalina e rischio la valle di lacrime.
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(«come solo certe mamme» mi fa pensare a come potrei essere io, tra un milione di anni. altro che brodo, quelle scriverebbero: «mia madre, l’infarto, abbiamo dovuto sopprimerla dal fastidio»).
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io di me ho pensato uguale.
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son contenta che tutto si sia risolto. La preoccupazione per il brodo e la carne è tipica delle mamme liguri.
Auguri. Per tua mamma e per te e la tua famiglia.
Sempre trovato cose bellissime nelle Placide Segnalaziò che, da sola, nn sempre saprei cercare. Continua…
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Grazie, Mitì, sei sempre gentile… Placido anno nuovo.
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Cara hai perfettamente ragione i blog non sono defunti, come dice qualcuno.A mio avviso sono più vivi che mai.E’ viva la voglia di comunicare, di esternare le proprie idee e i propri pensieri.E’ viva la passione verso un qualcosa che puoi dividere con gli altri.Sembra un mondo virtuale, ma forse a volte è più reale di quello che viviamo nella vita di ogni giorno.E poi è un modo per conoscere quante belle persone ci sono nel mondo.La cosa che forse ci aiuta di più nella vita, la consapevolezza poi di un mondo niente male.
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Graziella, lo farò :-*
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AnnaMaria, vero. E’ un mondo reale, concreto. E molto bello. :-*
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che idea bellina questa, Mitì
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O belan, Bli, un abbraccio… tutto bene ora?
Belin, mi hai fatto piangere. :)
valigiablu.it
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I blog sono per chi riesce ancora ad avere più di trenta secondi di attenzione. Oggi tanti vanno su faccialibro per mettersi d’accordo per la serata. Not my cup of tea.
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prova anche tu, mitì.
un consiglio, però: negli esperimenti di telecinesi, non pigliar degli oggetti gialli. vincono sempre loro.
baci.
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effettivamente, mi ero un po’ preoccupata x l’assenza…(sospiro di sollievo, si sta risolvendo già…)
Lacrima e nodo in gola.
Viva le mammme.