Tornata a casa, purtroppo e per fortuna, perché stavo davvero compiendo atti irreparabili con la carta di credito (sarà l’effetto “non c’è l’euro, devo fare i conti con la sterlina”, sarà che ora ho uno stipendio italiano, ma ho trovato Londra decisamente più cara di quanto me la ricordassi sei anni fa).
Tralascio la parte emotiva-sentimentale. Ma rivedere gli amici e gli ex colleghi è stato molto bello. E appena sbarcata dal treno in Liverpool Street Station sono stata mezz’ora ancora sotto terra perché ero troppo emozionata per uscire. Poi una volta arrivata in superficie tutti i clichés londinesi erano fuori ad aspettarmi: double decker, black cab, chiosco di giornali. Onda emotiva a mille e occhio lucido di prammatica.
Peggio ancora il giorno dopo, quando sono andata a vedere la porta di casa mia a Notting Hill. Ma andiamo con ordine.
Lato shopping, l’outlet Burberry (29 Chatham Place, a Hackney) è un po’ complicato da raggiungere ma vale una visita. La metro più vicina è Bethnal Green e da lì ci sono almeno un paio di km. Se come me ci andate direttamente dall’aeroporto (è vicino a Liverpool Street, dove si arriva col treno se volate su Stansted con il classico low cost) conviene un taxi. I prezzi di borse, impermeabili e abiti sono scontati fino al 70% (ma sempre piuttosto alti). Però ci sono cose carine e abbordabili, come trousse per il trucco e tracolle nel classico tessuto checked, maglioni da uomo intorno alle 30 sterline e la classica sciarpa da portare a casa come souvenir. Occhio però a sfoggiare il tessuto a scacchi a Londra: l’amico che mi ospita, un personaggio degno di nota che vive in una splendida casa dannunziana in South Kensington, mi dice che da quando l’ex-Spice Jeri Halliwell gira per Londra con il pupo tutto di Burberry vestito, per i posh londinesi il classico disegno scozzese beige è diventato molto ma molto cheap. Io vi ho avvisato.
La zona di Carnaby è tornata a essere interessante, piena di negozietti nuovi di stilisti emergenti. Lo stesso a Covent Garden dove ho trovato le t-shirts di David & Goliath, molto politicamente scorrette e quindi divertenti, e Cuffs & Co. che vende solo gemelli da uomo (bellissimi quelli con la Mini Cooper, più british di così…)
A Portobello sono andata solo per rivedere casa mia e mangiare le ostriche nel pub dove andavo tutti i sabati, il Portobello Gold. Il mercatino è inguardabile come sempre. Continua a piacermi invece quello di Camden, che riesce a mantenere un’allure bohémienne anche invaso dai turisti.
Sul Tower Bridge mi sono fermata solo un attimo la sera di venerdì per gettare la monetina nel Tamigi (d’altronde sono superstiziosa) e vedere una fantastica luna piena (in realtà questo mese ho saputo che si chiama Luna della Neve). Per essere certa che esaudisse i desideri gliel’ho chiesti in inglese, non si sa mai.
Ho tentato di farmi tagliare i capelli senza appuntamento da 10500 in Westbourne Park Road, uno degli hairdresser più famosi al momento, ma visto l’avvicinarsi del weekend era impossibile, così mi sono accontentata di dare un’occhiata ai graffiti alle pareti e al design particolarissimo del piccolo salone. L’ossessione degli inglesi per il cibo biologico (ossia organic food, che spesso qui si traduce erroneamente come cibo organico e dà l’idea di qualcosa di nauseante) si concretizza pochi passi dopo da Bumpkin, nuovo ristorante-brasserie, ovviamente carerrimo ma molto, molto corretto.
Infine, siccome il quartiere di Brick Lane, che ha vissuto il suo momento di gloria grazie al bel libro di Monica Ali, pare essere già in china discendente, ho pagato pegno con un giro a Deptford, nella periferia sud est, ex quartiere industriale in pieno recupero. Creekside, il cuore del quartiere, mi ha ricordato come atmosfera il fermento di Dumbo, a Brooklyn. Gallerie d’arte ospitate in vecchi magazzini ristrutturati, studi, giovani creativi al lavoro. Vale una visita se avete un po’ di tempo e conoscete già bene Londra. Qui un bel sito con tutte le info.
Io, invece, ho già detto al mio amico che tra un mese ritorno. Devo recuperare sei anni, mica un giorno.
Bentornata stelìn! Non so che darei per vedere la casa dannunziana del tuo amico…E sono certa che la Moon ti ha ascoltato. ;-*
Ciao tesoro! In realtà ho fatto pure un po’ di foto alla magione, ma non so se lui sarà d’accordo a condividerle…ora chiedo… E speriamo bene per la Moon! Un bacio grande.
Mi son segnata tutto cosi, quando ci vado…… ;-)***
Ottimo reportage… quasi quasi ti accompagno, la prossima volta. :D
Nonostante le tua paure,direi che l’impatto anche dopo 6 anni e’stato positivo! Io ci sono andata per l’ultima volta nel 2003 con Musu che non c’era mai stato…da una parte ero strafelice di fare da Cicerone in una citta’che amo cosi’tanto,dall’altra pero’c’era un retrogusto dolce amaro per quello che avevo vissuto e che non rivivro’ piu!
Pero'”forse” il mio piccolo Musu e’stato concepito proprio a Londra…quindi e’un po’english pure lui!!!
Dio che nostalgia…T.T
Fiodor: quando vuoi!
Musa: ma davvero il little musu è un po’ british? Che meraviglia! Comunque sì l’effetto del tempo che passa ed è un po’ perso per sempre lo fa. Anche se per me è peggio quando torno in Irlanda visto che ci ho passato il mitico anno-Erasmus!
Stregatta: anche tu ex-londinese?
La nota sul caro shopping mi ha messo in agitazione…
Parto anch’io per Londra sabato prossimo e la mia mastercard ha già chiesto il divorzio.
Dania: preparati al peggio. Mi sa che alla mastercard dovrai pagare pure gli alimenti.
deptford mi manca, ottima indicazione per la prossima trasferta (spero presto :-) )
invece continuo ad adorare brick lane e tutto il quartiere circostante, che non ho visto affatto in declino (ci son pero’ stato l’ultima volta ad agosto) ma anzi sempre vivissimo. e poi i bagel con salmone e cream cheese sono una delle (tante) tentazioni a cui non so resistere
Ciao A_G, in realtà la notazione su Brick Lane era nel senso, “dopo tutto il clamore fatto lo scorso anno anche grazie al libro della Ali, sa un po’ di già sentito”. In realtà è ancora molto interessante e, ne sono certa, poco conosciuta. Ma a volte il trendy a tutti i costi mi prende la mano :-)
Bagel, salmone, cream chees…meraviglia. Perché, il sushi di Yo Sushi? Fantastico.
pensa che a me brick lane piace (anche) perche’ poco conosciuta :-P
il sushi di yo sushi fantastico, quest’estate non ho pero’ ritrovato un’iniziativa che c’era invece un annetto fa, ovvero l’happy hour del sushi: dalle 3 alle 6 del pomeriggio tutte le ciotoline sul tapis roulant avevano lo stesso prezzo, indipendentemente dal colore del bordo.. irresistibile.
e, lo ammetto, sono un drogato di miso soup
A_G Idem per la miso. Potrei farmela direttamente in vena. L’happy hour Yo Sushi lo ricordo bene: abitavo vicino a quello di Queensway e mi fermavo sempre dopo la palestra…meraviglia!
che facevi di bello a Londinium sei anni orsono?
Io Londinese lo sono da poco, da cosi poco che mi sto documentando finendo anche sul tuo blog per sentirmi meno turista e piu appartenente alla citta’.
Alisha: lavoravo per un portale internet. Bellissimo periodo. E tu che fai? Goditi la città, è favolosa.